Maestose costruzioni megalitiche dalla perfezione tecnica sconcertante. Enormi porte scolpite nella roccia, considerate dalla mitologia indigena gli antichi portali dimensionali degli dei. Enigmatici geoglifi dalle geometrie impeccabili che si estendono per centinaia di metri, tracciati nel bel mezzo del deserto per scopi ancora sconosciuti ed apprezzabili soltanto dall'altezza di un volo aereo. È possibile che la storia dell'umanità come la conosciamo oggi presenti delle gravi lacune? Secondo i teorici degli "Antichi astronauti" si tratterebbe delle inequivocabili tracce della visita di antiche civiltà extraterrestri sul nostro pianeta in tempi remoti. L'ipotesi di non essere soli nell'Universo, resa sempre più popolare ed effettivamente indagabile grazie allo straordinario progresso sul piano scientifico e tecnologico conosciuto nel corso del ventesimo secolo, ha acquisito dal secondo dopoguerra in avanti una rilevanza sociale notevole. Coraggiosi scienziati d'avanguardia, ricercatori, giornalisti, scrittori, artisti o semplici appassionati dai diversi background culturali hanno iniziato a mettere in discussione i dogmi sull'antropogenesi imposti non soltanto dalle tradizioni religiose ma anche e soprattutto dalla scienza accademicamente riconosciuta. Una terza via inizia a frapporsi tra un homo sapiens discendente dai primati per evoluzione naturale e un essere umano creato ad immagine e somiglianza di un Dio trascendente. Una terza via che ritiene effettivamente plausibile l'esistenza nell'universo di civiltà di gran lunga più avanzate degli esseri umani, giunte sul nostro pianeta in epoche remote ad apportare un contributo determinante al nostro percorso evolutivo sul piano culturale, tecnologico, sociale, nonché biologico. Creature che avrebbero lasciato evidenti tracce del loro passaggio e del loro operato in tutto il globo, in attesa di essere opportunamente interpretate e studiate. Prefazione di Mauro Biglino.
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