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In balìa di una sorte avversa, libro di Bryan Stanley Johnson


In balia di una sorte avversa è quello che viene chiamato “a book in a box”, ovvero un libro in scatola. E’ formato da 27 sezioni non rilegate, disposte in una scatola alla mercé dell’arbitrio del lettore, tranne la prima e l’ultima che sono numerate.

L’idea nasce da un episodio autobiografico dell’autore stesso: Midlands, un cronista sportivo arriva in treno per seguire la partita che si terrà nello stadio locale, ma un corto circuito di ricordi lo assale quando realizza di trovarsi nella città del suo più caro amico, morto giovanissimo di cancro. Ogni angolo di strada, ogni insegna si lega a frammenti di pensieri ed emozioni che si mischiano al presente lasciando emergere, poco alla volta, la storia di un’amicizia brutalmente interrotta. Nell’intento di riprodurre con fedeltà il percorso ingovernabile del ragionamento umano, alieno da costrizioni logiche o temporali, Johnson compone il suo romanzo scomponendolo, e chiedendo al lettore di mischiare le sezioni, in modo da ricostruire un’esperienza del tutto unica e simile al flusso dei ricordi che vanno e vengono senza mai avere un ordine preciso. Scritto nel 1969 e caduto nell’oblio pochi anni dopo, a seguito del suicidio dell’autore, diventando un introvabile oggetto di collezionismo, In balia di una sorte avversa è stato recentemente riscoperto da Jonathan Coe, che gli ha offerto una seconda vita, trasformandolo in un fortunato caso editoriale.

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