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I modelli del 2021

Sarà l’anno di Dante, di cui ricorrono i 700 anni dalla morte. In programma anche l’uscita italiana del nuovo DeLillo e, negli Stati Uniti, la biografia di Philip Roth. E poi André Aciman, venerdì primo gennaio in anteprima nella newsletter de «la Lettura». Sono esordi, grandi ritorni, libri attesi e celebrazioni di maestri che hanno cambiato il corso della letteratura mondiale. Ci aspettano sugli scaffali (anche virtuali) delle librerie nell’anno nuovo, dopo un 2020 in cui persino i libri e chi li fa hanno dovuto sottoporsi alla legge dei confinamenti. Eppure sembra che il lockdown forzato che ha inciso pesantemente sui conti della filiera, portato a ridimensionamenti e ristrutturazioni, abbia motivato i lettori (almeno in Italia, secondo gli ultimi dati dell’Aie) e regalato tempo per creare agli scrittori liberi da spostamenti e presentazioni.

Gli anniversari

Il 2021 inizierà nel segno di Dante (sette secoli dalla morte), ma ci sono altri eventi meno noti, altri smottamenti più piccoli nella letteratura del passato, anche italiana, che bisognerà ricordare per capire che cosa siamo oggi. Il 9 maggio, per dirne uno, sarà passato un secolo dalla prima rappresentazione, al Teatro Valle di Roma, di Sei personaggi in cerca d’autore, opera rivoluzionaria capace di mettere in crisi l’idea del soggetto come era stata concepita fino a quel momento, di uno dei nostri «maggiori», Luigi Pirandello. Lo spettacolo scatenò una «battaglia», tra chi applaudiva e chi, invece, fischiava «non meno freneticamente» o addirittura gridava «Manicomio! Manicomio!»: «Il pubblico è sostato lungamente nel teatro a discutere e, uscitone, vi è rientrato per riprendere i contrasti delle due fazioni, come se non una commedia si fosse conclusa ma un comizio», scrisse il «Corriere della Sera» il giorno successivo. Ricordarlo giova ancora oggi, anche a chi pensa che la letteratura debba essere pacificante. Lo stesso si può dire guardando ad altri grandi del passato che non possiamo non considerare nostri contemporanei e che saranno celebrati nel 2021: la triplice ricorrenza che riguarda Dostoevskij (di cui parliamo a pagina 23), i bicentenari di Charles Baudelaire e Gustave Flaubert, i duecento anni dalla morte di John Keats. Per loro ci saranno simposi e riedizioni, ma è soprattutto sugli autori contemporanei che punta l’editoria mondiale, a cominciare da quella, dominante, di lingua inglese. Nobel: vincitori e (eterni) candidati La medaglia del re di Svezia, si sa, è la consacrazione, per quanto spesso contestata, di uno scrittore. Allora vale la pena cominciare da due eterni favoriti, i cui nomi ricorrono ogni anno. Due dei quattro cavalieri dell’Apocalisse letteraria americana secondo Harold Bloom: Cormac McCarthy e Don DeLillo (gli altri due sono Philip Roth e Thomas Pynchon). Il primo conviene escluderlo subito dai libri più attesi del 2021, non perché non lo sia ma perché nemmeno il prossimo sarà l’anno di The Passenger, il romanzo a cui sta lavorando da almeno un lustro. Bisognerà accontentarsi di sapere che sarà ambientato a New Orleans e che i protagonisti sono un fratello e una sorella, ma la data di uscita è ancora un mistero. Silenzio di Don DeLillo, pubblicato lo scorso ottobre in inglese, è invece una delle uscite certe in italiano di Einaudi. Romanzo breve, è ambientato nella notte del SuperBowl 2022, quando si verifica un arresto improvviso e catastrofico di tutta la tecnologia. Per capirne lo spirito basta pensare che porta in epigrafe la celebre citazione di Albert Einstein: «Non so con quali armi si combatterà la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre».

Uscirà in inglese in marzo (in italiano da Einaudi) un altro grande favorito per il Nobel, Murakami Haruki: First Person Singular: Stories è una raccolta di otto racconti, tutti in prima persona, che riguardano baseball, jazz, ricordi d’infanzia, amori... Il realismo magico orientale di Murakami qui dovrebbe essere al suo meglio: il fantasma di Charlie Parker prende vita, una scimmia fa una profonda conversazione con un viaggiatore e altre storie simili.

Uscirà sicuramente in inglese a marzo (a maggio da Einaudi), Klara and the Sun, il nuovo romanzo di Kazuo Ishiguro, il primo da quando ha vinto il Nobel nel 2017. È la storia di un’«amica artificiale», Klara, che desidera trovare un proprietario umano, almeno così lo presenta l’editore Faber. Lo spunto narrativo potrebbe ricordare Macchine come me di Ian McEwan, così come la riflessione generale su «che cosa significhi amare». Il romanzo è comunque in linea con la precedente produzione dello scrittore britannico nato a Nagasaki, capace di navigare con destrezza tra realismo e fantastico, come bene dimostrano le sue opere più importanti, Quel che resta del giorno, il romanzo del 1989 da cui è stato tratto il film con Anthony Hopkins ed Emma Thompson e Non lasciarmi del 2005, un’opera distopica dove i protagonisti sono cloni che hanno davanti a sé 30 anni di vita.

Sarà Pantheon Books a pubblicare, a settembre, il nuovo romanzo di un altro Nobel, Wole Soyinka, Chronicles from the Land of the Happiest People on Earth, il primo lavoro in prosa da 48 anni del poeta e militante nigeriano, presentato pochi giorni prima di Natale nel suo Paese. Si parla di amicizia, tradimento, fede, speranza sullo sfondo, contemporaneo, di una Nigeria dominata dal caos.

America, Africa Sarà l’anno del mitologico Grande Romanzo Americano? O Afro-Americano? Non si sa, certo sarà l’anno di uno scrittore che da sempre ci prova: Jonathan Franzen che come l’altro Jonathan (Safran Foer) ultimamente si occupa più di ambiente che di letteratura (la sua tesi, ampiamente discussa e criticata sui social, è che l’apocalisse climatica sia ormai iniziata). Il suo sesto romanzo uscirà il prossimo maggio (da Einaudi potrebbe arrivare a ottobre) ed è il primo di una trilogia. Si intitola Crossroads ed è, ancora una volta, una storia famigliare, quella degli Hildebrandt: il padre Russ, pastore di una chiesa di Chicago, infelicemente sposato con Marion, e i loro figli: Clem, Becky e Perry, ognuno con i suoi problemi e le sue dipendenze. L’editore, Farrar, Straus and Giroux, lo presenta come un romanzo «di volta in volta comico e straziante, un tour-de-force di prospettive intrecciate e suspense sostenuta». È il punto di partenza per una larga indagine sulle mitologie umane, che attraversa le correnti politiche, intellettuali e sociali degli ultimi 50 anni. Franzen farà quello che sa fare meglio: calarsi nel pozzo dei rapporti familiari, nella zona d’ombra che avvolge mariti, mogli, genitori e figli per capire come è possibile che in quel magma di incomprensioni, lacerazioni, ferite, si possano coltivare legami d’amore.

Una storia d’amore la racconta André Aciman, scrittore molto apprezzato in Italia (da Chiamami col tuo nome è stato tratto il film diretto da Luca Guadagnino) che esce il 25 febbraio da Guanda (l’incipit è in anteprima venerdì primo gennaio 2021 nella newsletter de «la Lettura»), in anteprima mondiale. Intitolato L’ultima estate, il romanzo è ambientato sulla costiera amalfitana: a causa di un guasto alla loro barca, un gruppo di giovani americani si ritrova in un hotel frequentato da attempati turisti italiani tra cui Raúl, personaggio bizzarro, riservato, sempre seduto da solo con il suo taccuino. La storia si innesca il giorno in cui si avvicina al loro tavolo e rivela di conoscere dettagli personali di tutti i presenti.

Ma non c’è solo l’America dei narratori maschi e bianchi. Folta, anche sulla scorta degli eventi di cronaca legati all’uccisione di George Floyd, alla brutalità della polizia, alla discriminazione razziale negli Stati Uniti, al movimento Black Lives Matter, è anche la produzione degli afro-americani. A cominciare da Colson Whitehead, lo scrittore due volte premio Pulitzer che «Time» ha incoronato «narratore d’America» e la Biblioteca del Congresso consacrato con il prestigioso riconoscimento alla carriera (il più giovane premiato). Con La ferrovia sotterranea (Sur) e I ragazzi della Nickel (Mondadori) ha scavato nel passato americano per portare alla luce il peccato originale che si chiama schiavitù. In autunno da Knopf arriverà Harlem Shuffle, come la canzone cantata nel 1963 dal duo Bob & Earl e rifatta nel 1986 dai Rolling Stones. È stato lo stesso scrittore ad annunciare su Twitter questo nuovo romanzo (lo pubblicherà Mondadori) a cui ha dedicato anni e che è riuscito a completare durante la quarantena a New York. Whitehead la butta sulla leggerezza e confeziona quella che sembra una storia divertente di rapine, ricatti e imbrogli ambientata ad Harlem negli anni Sessanta. Protagonista Ray Carney, apparentemente solo un eccellente venditore di mobili.

Molto atteso negli Stati Uniti è anche il ritorno di Imbolo Mbue, nata a Limbe, in Camerun, emigrata in America a diciassette anni, che i lettori italiani conoscono per Siamo noi i sognatori (Garzanti, 2018). Nel nuovo How Beautiful We Were esplora l’intreccio tra avidità e colonialismo, quando in un fittizio villaggio africano distrutto da una compagnia petrolifera americana, i residenti decidono di reagire.

Europa, Asia In Gran Bretagna tornerà Helen Oyeyemi, di origine nigeriana, esordiente nel 2005, mentre era ancora studentessa delle scuole superiori. Le sue radici, hanno scritto i critici, sono tra Henry James ed Edgar Allan Poe: Einaudi ha pubblicato nel 2018 Boy, Snow, Bird; a maggio, in inglese, arriverà Peaces, una storia a cavallo del fantastico con una coppia che si imbarca su uno strano treno notturno. Marie Ndaie, francese di padre senegalese, la prima scrittrice di colore a vincere, nel 2009, il Premio Goncourt, sarà in libreria il 7 gennaio per Gallimard con La vengeance m’appartient («La vendetta mi appartiene»). Un’avvocatessa quarantaduenne, Susanne, riceve la visita di un uomo che crede di aver conosciuto quando lei aveva 10 anni e lui 14. Ora lui la cerca per chiederle di difendere sua moglie Marlyne, autrice di un crimine atroce. Ai primi di gennaio nelle librerie francesi ci sarà anche Serge di Yasmina Reza (Flammarion): tiratura di 65 mila copie per l’autrice tradotta in oltre 30 lingue (in Italia la pubblica Adelphi) che con grazia crudele scompone e ricompone l’essenza dei rapporti umani, inchiodando uomini e donne alle loro ossessioni e alle loro disfunzionalità.

Non è francese, ma ambienta il suo nuovo romanzo nella Parigi degli anni Ottanta Viet Thanh Nguyen, lo scrittore immigrato che nel 1972 arrivò negli Stati Uniti dal Vietnam insieme ai genitori e al fratello maggiore. Dopo avere sostenuto che non aveva alcuna intenzione di scrivere il seguito del Simpatizzante (Neri Pozza, 2016), romanzo vincitore del Premio Pulitzer su un agente sotto copertura franco-vietnamita che lavora per le forze comuniste alla fine della guerra del Vietnam, lo scrittore si è reso conto di non avere finito di esplorare le disavventure del suo complicato protagonista. Il seguito si intitolerà The Committed e sarà in libreria da marzo (in Italia lo pubblica Neri Pozza con il titolo Il militante).

Le vite e gli studi Non si sentirà mai abbastanza la mancanza di Philip Roth, morto il 22 maggio 2018, ma il 6 aprile uscirà finalmente negli Stati Uniti (da W W Norton & Co) la sua biografia. L’autore è Blake Bailey, classe 1963, già biografo di John Cheever e Richard Yates. Roth gli ha garantito l’accesso completo al suo archivio in un progetto che precede il ritiro dalla scrittura pubblica annunciato nel 2010. Inizialmente il biografo doveva essere Ross Miller, docente all’Università del Connecticut, nipote di Arthur Miller (di cui Roth era buon amico), ma la divergenza di idee sull’impostazione del lavoro interruppe la collaborazione.

Bailey ha studiato per anni le carte dello scrittore, intervistando amici, colleghi e amanti, oltre allo stesso Roth che in una delle mail pubblicate dal biografo commentava: «La mia intera vita da scrittore ora ruota intorno a te. Qualsiasi cosa per rendere felice Blake. Questa è una follia». Ci sono volute quasi 900 pagine (che Einaudi riuscirà a pubblicare nell’autunno del 2022), per costruire un ritratto completo non soltanto del maestro, ma anche della scena letteraria del dopoguerra. Bailey racconta come Roth sia emerso dal mondo piccolo borghese ebraico di Newark, come la sua carriera sia stata quasi stroncata dal primo, catastrofico, matrimonio con Margaret Martinson Williams , come abbia sostenuto il lavoro dei romanzieri dissidenti dietro la cortina di ferro. «Perché un gentile dell’Oklahoma dovrebbe scrivere la biografia di Philip Roth?» è la domanda che Roth gli fece all’inizio di una collaborazione complicata ma «raramente infelice e mai noiosa», ha raccontato Bailey. Difficile pensare che il grande scrittore non abbia cercato di incidere in qualche modo sulla narrazione della sua vita, ma Bailey assicura che ha sempre accettato la sua opposizione a interventi che non condivideva. In epigrafe ci sono le parole dello stesso Roth: «Non cercare di riabilitarmi, rendimi interessante».

Qualche bella sorpresa arriverà dal nuovo libro di George Saunders. Lo scrittore lascia temporaneamente la narrativa per una raccolta di saggi (edita da Random House) dal titolo suggestivo, A Swim in a Pond in the Rain («Una nuotata in uno stagno sotto la pioggia»), in cui «quattro russi danno una lezione sulla scrittura, la lettura, la vita». In sette saggi dedicati ai racconti di Anton Cechov, Ivan Turgenev, Lev Tolstoj e Nikolai Gogol, oggetto di insegnamento all’Università di Syracuse, l’autore di Lincoln e il Bardo (Feltrinelli), vincitore del Booker Prize, riflette su che cosa fa funzionare la narrativa e perché (il libro uscirà da Feltrinelli nel 2022).

Indossa l’abitodella saggista anche Joan Didion. Let Me Tell You What I Mean (Fourth Estate) è il titolo della raccolta di dodici testi scritti dal 1968 al 2000, mai riuniti prima in un unico volume. I saggi anticipano lo sguardo acuto su temi vari, dalla politica alla stampa, dai rapporti sentimentali a quelli con i maestri, che Didion mostrerà anche nei romanzi: «Scrivo per scoprire cosa sto pensando, cosa guardo, cosa vedo e cosa significa».

Bestseller e dintorni The Winds of Winter (letteralmente «I venti dell’inverno») è il sesto romanzo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco dello scrittore statunitense George R. R. Martin. Il primo volume uscì nel 1996 e la conclusione è ormai diventata una leggenda nella leggenda, anche perché si tratta di un lavoro molto complesso che contiene 12 storie intrecciate tra loro. La data di uscita è stata rimandata così tante volte che è difficile credere che il libro possa vedere la luce nel 2021. Eppure lo scrittore, vestito di nero e con il solito berretto da marinaio, ha assicurato nel suo blog che la pandemia lo ha costretto all’isolamento quasi completo in una baita sui monti. Questo gli avrebbe consentito di fare molti progressi nella scrittura. Non resta che attendere.

È già certa invece la data del cinquantatreesimo romanzo del metodico Stephen King, Later: 2 marzo 2021, in contemporanea mondiale esce anche in Italia dal suo storico editore Sperling & Kupfer. Pure in questo caso è stato lo stesso scrittore ad annunciarlo sul blog: «crimine e suspence» gli ingredienti di una trama che segue le vicende di un ragazzino, Jamie Conklin, figlio di un’avvenente madre single in difficoltà, nato con un’abilità straordinaria: può vedere ciò che nessun altro può vedere e imparare ciò che nessun altro può imparare. Later è il terzo libro che Stephen King ha scritto per Hard Case Crime, una casa editrice specializzata in thriller, pubblicati in edizioni particolarmente pregiate.

Arriva in italia a febbraio per Mondadori la raccolta postuma di racconti di Carlos Ruiz Zafón, La città di vapore, uscita in Spagna lo scorso mese. L’inventore del Cimitero dei libri dimenticati, consacrato da un passaparola mondiale, lo scrittore che ha venduto 5 milioni di copie dei suoi romanzi (tutti pubblicati da Mondadori e tradotti da Bruno Arpaia) intrecciando il franchismo e il gotico, è scomparso a Los Angels lo scorso 19 giugno, ma ha lasciato in eredità ai suoi lettori questa estensione dell’universo narrativo iniziato con L’ombra del vento. È una raccolta in cui si intrecciano le storie di scrittori maledetti, architetti visionari, edifici fantasmagorici nella Barcellona eletta a splendida protagonista (non è l’unica città, ma quella che più è legata al nome di Zafón).

È invece Un fuoco che brucia lento quello che arriverà nelle librerie il 31 agosto in Italia per Piemme, in contemporanea con Regno Unito e Stati Uniti, nuovo romanzo di Paula Hawkins, britannica scrittrice di romanzi rosa che ha trovato la sua fortuna nel giallo La ragazza del treno, tradotto in 46 lingue. La protagonista del nuovo thriller psicologico, Laura, è sospettata di un brutale caso di omicidio su una barca sul canale di Londra e la domanda al centro del romanzo è: per quanto tempo si può covare un segreto prima che esploda?

L’outsider Il 2021 sarà anche l’anno (editorialmente parlando) di Bill Gates e del suo Come evitare il disastro climatico. In Italia ad aggiudicarsi la pubblicazione è stata Elisabetta Sgarbi dopo un’asta a 6 cifre con 7 editori alla Buchmesse di Francoforte del 2019. La nave di Teseo lo pubblica in contemporanea mondiale il 18 febbraio. Bill Gates condivide con i lettori ciò che ha imparato in oltre un decennio di studi sui cambiamenti climatici, spiega come il mondo può lavorare per costruire gli strumenti necessari per arrivare a emissioni di gas serra a zero, investendo nella ricerca, inventando nuove tecnologie e aumentandole rapidamente su larga scala. A differenza del pessimista Jonathan Franzen, il supermiliardario filantropo è ottimista: il mondo può ancora salvarsi.


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